Nelle nostre classi, nelle strade e nelle palestre si vedono frequentemente gruppi formati da ragazzi di diversa provenienza religiosa. Non sembra essere un problema. Ma allora che senso ha coinvolgerli ancora nel dialogo interreligioso, in una pratica che potrebbe essere superata per loro?
Penso che i principali consistano nel fatto che essi prendono maggiore consapevolezza delle proprie radici religiose e che imparano a dialogare. Già da tempo nella nostra società occidentale la religione è una scelta dell’individuo più che un’appartenenza (mi permetto di rimandare alla lettura di un testo di Hans Joas: La fede come opzione, Queriniana 2013). Questa scelta richiede consapevolezza, ma è anche esposta alla tentazione di chiudersi in se stessa, del fanatismo tipico dei convertiti.
Ecco che la scelta religiosa, come qualunque scelta, ha bisogno del dialogo, di saper scambiare punti di vista, di imparare a vedere con gli occhi dell’altro.
Sabato 22 ottobre, come équipe per l’organizzazione della giornata del dialogo cristiano islamico, abbiamo provato a estendere il programma della giornata ai giovani. In un incontro presso il centro Yallah Aurora (via Chivasso 10) chiesto a ragazzi di 16-20 anni di dialogare tra loro su quali sono i punti di fatica nell’incontro con l’altro. Sono emerse diverse tematiche, domande, curiosità. Una delle problematiche emerse è l’incomprensione, data dalla diversità linguistica e culturale.
In un mondo attraversato da potenti mezzi di comunicazione facciamo fatica a comunicare, per questo c’è bisogno che l’incontro si costruisca dentro ad una relazione. Lo sport è uno strumento ottimale per creare amicizia e condivisione. La mattina del sabato è stata dedicata a eventi sportivi (presso l’oratorio di via Cardinal Massaia), in modo che il dialogo della sera giovasse già di una condivisione precedente.
Giocare insieme e poi ritrovarsi per parlare. I ragazzi lo fanno già, non hanno bisogno che noi adulti lo proponiamo loro. In questo forse ci superano. Allora perché organizzare una giornata del dialogo per giovani?
Forse perché in questo modo noi adulti approviamo quello che fanno, diciamo che la loro non è una perdita di tempo, ma la strada giusta per costruire un futuro migliore del presente che abbiamo costruito noi.
fr. Luca Minuto
Ofm Cap
viceparroco Madonna di Campagna