“ASSISTENZA RELIGIOSA, ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE E DIALOGO INTERCULTURALE IN AMBITO PENITENZIARIO”

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Un importante traguardo per la tutela dei diritti dei detenuti stranieri in carcere è stato raggiunto venerdì 8 aprile 2022 a Parma con la firma di un protocollo d’intesa che vede coinvolti la Direzione del carcere locale, l’associazione “Donne di qua e di là”, l’Universitá di Padova e il Garante regionale dei detenuti nel comune intento di garantire

“ASSISTENZA RELIGIOSA, ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE E DIALOGO INTERCULTURALE IN AMBITO PENITENZIARIO”

L’Accordo mira a promuovere, attraverso il dialogo tra Direzione Penitenziaria e detenuti di religione islamica, il miglioramento delle condizioni di vita in carcere dei reclusi di fede musulmana, reperendo risorse economiche e umane a sostegno di azioni rivolte a tale scopo. In tale quadro l’Associazione Donne di qua e di là” curerà, sempre puntando alla partecipazione attiva dei detenuti musulmani ma anche di altra fede o non credenti, la realizzazione di eventi che mettano in primo piano il tema della religione nello spazio carcerario, al il fine di contrastare l’analfabetismo religioso e di prevenire la creazione di rappresentazioni stereotipiche e stigmatizzanti dell’altro, favorendo così il dialogo interculturale e interreligioso e la crescita di una “nuova cittadinanza” nell’ambito del processo di rieducazione e nuova integrazione sociale dei detenuti. Attività queste che, unitamente all’accompagnamento dei detenuti critici durante la loro detenzione, si ritiene possano contribuire alla prevenzione e al contrasto di forme di conflittualità e indisciplina all’interno dell’istituto. L’Università di Padova in collaborazione con il Centro interuniversitario FIDR e garantiranno una costante attività di supervisione scientifica delle iniziative concepite e realizzate nell’ambito dell’accordo attraverso incontri volti a monitorare lo sviluppo dei progetti, in particolare favorendo la la riflessività in ordine alla propria esperienza da parte degli operatori religiosi, del personale penitenziario e in generale di tutti i partecipanti.

L’intesa è stata raggiunta con il concorso del Direttore dell’Istituto penitenziario, Valerio Pappalardo, del comandante Nicolino Dimichele, del Garante Regionale dei diritti dei detenuti Roberto Cavalieri, della Presidentessa del associazione “Donne di qua e di là” El fasi Mounia, del Direttore del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell Università di Padova Prof. Egidio Robusto e dal vicedirettore del Centro di Ricerca Interuniversitario FIDR, Prof. Mohammed Khalid Rhazzali.

Nel carcere di Parma sono attualmente presenti 200 detenuti stranieri, pari a circa al 50% dei detenuti del reparto media sicurezza e al 30% del totale della popolazione detenuta. In gran parte di fede islamica, età media di circa 30 anni, molto spesso recidivi. Il Direttore del carcere ha salutato con soddisfazione l’impegno della Comunità islamica del territorio che viene a rafforzare gli esiti delle sperimentazioni avviate a livello nazionale dall’Amministrazione penitenziaria.

La rappresentante dell’associazione donne di qua e di là si é detta soddisfatta“dell’accordo raggiunto che apre la possibilità per i detenuti di pregare anche in gruppo all’interno del carcere”. Secondo il Garante dei detenuti le intese “porteranno ad un allentamento della tensione spesso manifestata dai detenuti stranieri” e “il coinvolgimento della Comunità islamica apre le porte ad un volontariato penitenziario più diversificato e, speriamo, più significativo sotto il profilo dei numero”.

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