Luce e ombra sulla crisi diplomatica tra Italia e Emirati Arabi Uniti.

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*Ahmed Berraou

 

 

Il 25 giugno scorso il sito di affari miliari “Defence, ha riportato da un membro della Commissione Difesa del Parlamento italiano, il forzista Matteo Perego di Cremenago, che gli Emirati Arabi Uniti avevano concesso all’Italia fino al 2 luglio per ritirare le sue forze dalla base aerea Al-Minhad, che si trova, 15 miglia a sud dell’Emirato di Dubai, prima che lo stesso sito citasse l’ex comandante dell’Aeronautica Militare Italiana confermando che tutti gli aerei italiani avevano già lasciato la base, lasciando solo alcuni materiali e averi da raccogliere .

Non solo l’espulsione delle forze armate italiane dagli Emirati Arabi Uniti è stata l’unica misura punitiva che Abu Dhabi ha preso nei confronti di Roma nelle ultime settimane: lo scorso marzo, le autorità emiratine hanno arrestato il 49enne imprenditore italiano Andrea Costantino dall’albergo dove alloggiava con la sua moglie e la figlia di tre anni, e lo hanno imprigionato per più di quattro mesi – finora – senza alcuna accusa formale o anche solo formalmente notificato a Roma dell’arresto. Nonostante gli sforzi compiuti dall’ambasciata italiana per ottenere il rilascio del suo cittadino, tutti i suoi sforzi sono falliti.

All’inizio di giugno, gli Emirati Arabi Uniti avevano intrapreso un’azione controversa quando si erano rifiutati di far passare un Boeing 767 italiano che trasportava il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e un certo numero di militari e giornalisti attraverso il suo spazio aereo diretto in Afghanistan, dove il ministro italiano era diretto a salutare le forze del suo Paese in occasione dell’inizio della guerra Ritiro delle forze straniere dal territorio afghano. Il divieto degli Emirati ha costretto l’aereo del ministro italiano ad effettuare un atterraggio di emergenza all’aeroporto saudita di Dammam, prima di riprendere il volo verso l’Afghanistan attraverso una rotta più lunga, che alla fine ha causato il rinvio della cerimonia italiana nella città afghana occidentale di Herat, in attesa del arrivo dell’aereo proveniente da Roma.

L’improvviso embargo aereo degli Emirati ha causato grande indignazione negli ambienti diplomatici italiani, poiché l’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti in Italia, Omar Al Shamsi, è stato convocato per consegnare un messaggio di protesta e risentimento per l’evento, ma Abu Dhabi apparentemente non ha prestato attenzione al malcontento italiano e ha ripreso le sue misure punitive che sono culminate nell’espulsione delle forze italiane dalla base di Al Minhad, in un’escalation senza precedenti, ha indicato che le relazioni tra i due paesi stavano andando verso un drammatico declino, nonostante l’entusiasmo di ciascuno di loro di tenere nascoste le tensioni, compreso Abu Dhabi, che si è astenuto dal rilasciare commenti ufficiali per giustificare le sue politiche punitive nei confronti dell’Italia.

Sebbene Abu Dhabi e Roma non abbiano rilasciato spiegazioni ufficiali sulla natura del litigio tra loro nel pieno della crisi, un precedente post sulla pagina del rappresentante Di Cremenago, che appartiene al partito “Forza Italia” fondato dall’ex presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, ha portato accenni sulla principale possibile causa della controversia, poiché il parlamentare italiano ha criticato la decisione del ministro degli Esteri del suo Paese, Luigi Di Maio, di vietare le esportazioni di armi negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita lo scorso gennaio, sottolineando che il valore dell’esercito gli investimenti nei due Paesi del Golfo sono stimati in 58 miliardi di dollari, e osservando che i francesi “sono ansiosi” di cogliere questa opportunità.

Verso la fine del 2020, le relazioni diplomatiche tra Roma e Abu Dhabi hanno iniziato a deteriorarsi gradualmente, dopo che il governo italiano guidato da Giuseppe de Conte ha annullato i permessi per l’esportazione di armi negli Emirati Arabi Uniti, in linea con la legge n. 185 del 1999, che ne vieta la vendita. di armi ai paesi che violano i diritti umani, ed era la prima volta che questa legge veniva applicata in Italia. Poche settimane dopo, il parlamento italiano ha approvato la decisione del governo, con la quale un accordo di armi italiano da 485 milioni di dollari approvato nel 2016 sotto il governo di centrosinistra del premier Matteo Renzi, e che includeva bombe, missili e lanciatori, è stato trattenuto per timori che potrebbero essere usati contro i civili nella guerra in Yemen.

Un forte rapporto strategico tra Italia ed Emirati Arabi, soprattutto in campo economico, secondo quanto ha affermato il ricercatore politico economico dell’Università di Torino Mohamed Kamal, e secondo le statistiche del Ministero italiano degli Affari Esteri, il volume degli scambi commerciali tra i due Paesi è di circa 8,4 miliardi di dollari nel 2020, classificato come l’Italia primo partner commerciale europeo e l’ottavo a livello mondiale per gli Emirati Arabi Uniti.

Per quanto riguarda le esportazioni, nel 2020 l’Italia è passata dall’11° al 9° posto tra i maggiori paesi importatori negli Emirati Arabi Uniti, e occupa il secondo posto tra gli Stati membri dell’Unione Europea dopo la Germania. Il ricercatore Mohamed Kamal afferma che quasi 600 aziende italiane sono presenti in vari settori nel mercato degli Emirati Arabi Uniti, in particolare nei settori delle costruzioni, dell’energia, dei beni di consumo, della sicurezza e della difesa, delle banche, delle assicurazioni e dell’aerospazio.

*Tradotto dall’Arabo
Fonte: Al Jazeera.

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