italiatelegraph.com:Il triennio magico della cultura: così in Italia l’arte sfida la crisi

 

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Dal 2014 l’affluenza ai musei italiani si conferma in crescita, grazie a un’offerta “a misura di famiglia” e ad una ampia varietà di proposte artistiche. Come nel caso della splendida Reggia di Venaria, dove accanto alle meraviglie degli Zar è sbarcata l’arte fiamminga dei Brueghel

Si può esistere senza l’arte ma senza di essa non si può vivere”, diceva Oscar Wilde in uno dei suoi celebri aforismi. Gli italiani, oggi, ne sembrano nuovamente consapevoli. Dopo aver assistito per anni alla chiusura di musei e all’abbandono di siti archeologici, la tendenza appare ora finalmente invertita. La cultura, in passato ingiustamente accantonata, torna a giocare un ruolo centrale nella società e nell’economia del Paese. L’arte sfida la crisi, il declino di inizio nuovo millennio è un lontano ricordo. Si torna, insomma, a vivere la cultura e con la cultura.

Nel 2014 si parlava di “anno d’oro” dei musei, con i 30 milioni di visitatori ai 430 luoghi espositivi e siti archeologici gestiti dallo Stato. Alla luce dei numeri più recenti, è più opportuno riferirsi a un “triennio delle meraviglie”, poiché il 2015 non è stato da meno e il primo quadrimestre del 2016 ha fatto registrare un ulteriore aumento per un milione di visitatori e un +16% di incasso nei musei statali. Un incremento, bene sottolinearlo, dovuto soprattutto alla maggiore affluenza dei cittadini italiani. Il 2016 si consolida dunque come un anno all’insegna dell’arte, con l’Italia crocevia di artisti internazionali e punto d’incontro tra contesti storici variegati e stimolanti.

La riscoperta della cultura è dovuta in buona parte al lavoro degli enti competenti. Questi hanno puntato in modo deciso sulla tecnologia, avvicinando anche le nuove generazioni ai tesori del passato. Hanno incrementato giornate a tema, aperture serali e domeniche gratuite, riducendo i costi del biglietto di ingresso per garantire una fruizione “a misura di famiglia”. E soprattutto, si sono costantemente impegnati nel programmare e inaugurare mostre ed eventi culturali di rilievo per offrire ai visitatori varietà di scelta, tra esposizioni all’avanguardia e cimeli del passato, tra opere che hanno reso celebre l’Italia nel mondo e grandi artisti internazionali.

Un’eterogeneità espositiva che ben si coglie alla Reggia di Venaria, polo culturale tra i più affermati nel Paese, autentica meraviglia dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Grazie alle molteplici offerte culturali (facilmente reperibili nel sito www.lavenaria.it) si possono compiere salti in avanti tra le avanguardie artistiche o ritorni al passato con i capolavori più famosi al mondo.


Dopo le foto di Steve McCurry e i manufatti del “Made in Italy” dal Medioevo ai giorni nostri, alla Reggia è sbarcata la mostra “Brueghel – Capolavori dell’arte fiamminga“: vi resterà fino al 19 febbraio 2017, celebrando la più importante congrega di artisti fiamminghi, interpreti dello splendore del Seicento, la cui dinastia è diventata marchio d’eccellenza nell’arte pittorica. Le opere esposte ripercorrono la storia di cinque generazioni lungo un orizzonte temporale di oltre 150 anni, a cavallo tra il XVI e XVII secolo, in grado di incarnare coralmente, come nessuno né prima né dopo di loro, stili e tendenze dell’epoca d’oro della pittura fiamminga, grazie alla rivoluzione realista portata avanti dal capostipite della famiglia, Pieter Brueghel il Vecchio, seguito poi dai figli Pieter Brughel il Giovane e Jan Brueghel il Vecchio, detto anche “dei Velluti” per la sua straordinaria perfezione pittorica. Il giudizio morale, la natura regina, soldati e cacciatori, viaggiatori e mercanti, allegorie e parabole, vita silente e danza degli ultimi: attorno a questi gruppi tematici, che intitolano le sezioni della mostra (c’è spazio anche per i lavori dei nipoti di Pieter Brueghel il Vecchio) si sviluppa il racconto delle realtà della vita e la meticolosa attenzione con la quale viene descritto il mondo, specchio nel quale riflettersi.
E non è tutto: fino al 29 gennaio 2017 la Reggia di Venaria continuerà ad ospitare “Le meraviglie degli Zar“. Tramite grandi proiezioni, immagini e un centinaio di opere tra dipinti, abiti, porcellane, arazzi e oggetti preziosi, l’esposizione ripercorre lo splendore di uno dei complessi più sontuosi d’Europa: il palazzo imperiale di Peterhof, prestigiosa residenza dei Romanov, oggi meta principale del turismo culturale in Russia. Il percorso di visita si apre con una presentazione di Peterhof e dei personaggi che lo abitarono, a cominciare dal grande arazzo di Pietro il Grande. Una selezione poi di opere e oggetti acquistati dai Romanov nei loro viaggi in Europa, negli spettacolari Gran Tour, e di quelli commissionati dagli Zar agli artisti e artigiani russi, ricostruiscono in mostra lo sfarzo della corte e i rapporti intercorsi nell’arco dei secoli tra i Romanov e i Savoia.

Infine, dal 29 ottobre fino al 15 gennaio 2017, ci sarà spazio per una significativa coniugazione di arti visive, pratiche performative, coreografia, letteratura e musica, con “Handle with care“, il nuovo lavoro di Masbedo, duo artistico composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni. Gli artisti sono stati invitati da the classroom, centro di arte e educazione inaugurato nell’aprile del 2016 a Milano, a sviluppare una riflessione sul tema della cura dell’immagine nella cornice di un progetto specifico, che li ha visti attraversare le più prestigiose istituzioni italiane di restauro e conservazione scelte come materiali di produzione. Handle with care è il titolo del video a più canali realizzato in questa occasione all’interno dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e al Centro Conservazione e Restauro di Venaria, svelati per la prima volta dallo sguardo dell’arte contemporanea. Una conferma, per la Reggia, di rappresentare un’eccellenza italiana: un luogo unico dove lo stesso contenitore è un’opera d’arte, esempio della magnificenza dell’architettura barocca e simbolo della rinascita della cultura.

fonte /repubblica.i

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