Il  Festival Italo-Marocchino a Treviso: Ponti culturali che si rinnovano nel 250º anniversario dell’amicizia

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Abdellah Mechnoune

 

 

Nella città italiana di Treviso, nel cuore della regione del Veneto ricca di storia e diversità, prende il via l’undicesima edizione del Festival Culturale Italo-Marocchino  , organizzato dalla Fondazione del Festival sotto la direzione del Sig. Abdallah Khezraji , in un momento storico straordinario che celebra i 250 anni dall’inizio delle relazioni tra il Regno del Marocco e la Repubblica Italiana.

La scelta di questa data non è stata casuale, ma intende sottolineare che la storica amicizia tra i popoli marocchino e italiano non è solo fatta di documenti diplomatici, bensì è un tessuto solido di scambi umani e interazioni culturali ed economiche che si rinnovano continuamente.

Dalla storica Sala dei Grani alle antiche mura del Bastione San Marco, passando per hotel, sale cinematografiche e centri culturali, le attività del Festival di quest’anno si sono distribuite su quattro giorni ricchi di incontri, dibattiti, spettacoli artistici e conferenze intellettuali, conferendo all’evento un carattere dinamico che riflette l’essenza della diversità e dell’apertura.

La cerimonia d’apertura ha visto l’omaggio a figure culturali di entrambi i Paesi, e la proiezione di un documentario che ha raccontato storie di successo di italiani che hanno scelto il Marocco come seconda patria, tra cui il noto giornalista sportivo Lino Bacco, in una forte testimonianza di intersezione umana e creativa tra i popoli.

La stilista “k.bymiriam” ha incantato il pubblico con una raffinata sfilata del caftano marocchino, accompagnata da un’esibizione musicale che ha unito il chitarrista italiano Massimo Scattolin e il suonatore di oud marocchino Ismail El Ouam, offrendo un quadro artistico della bellezza che può nascere da una cooperazione culturale autentica.

Oltre alle esibizioni artistiche, le conferenze hanno rappresentato uno spazio di dialogo serio e approfondito, trattando temi come “Il destino della società”, “La legge della donna” e “Le opportunità di cooperazione Sud-Sud tra Europa e Marocco”, guidate da rinomati giornalisti e intellettuali, tra cui Tiziano Grazziotin, l’avvocato Hubert Seillan e la diplomatica Sofia Moushin, dando a questa edizione una dimensione riflessiva che va oltre la celebrazione.

Il cinema non è stato assente: ha avuto un ruolo importante con proiezioni di film notevoli come “Marchandise” e “Msaoud & Saaden”, oltre al film “Pause”, proiettato presso l’hotel BHR e seguito da una cena di gala con la partecipazione di importanti personalità del mondo culturale e diplomatico.

 in un istante che conferma che costruire ponti non riguarda solo il passato e il presente, ma anche le visioni del futuro.

In una dichiarazione speciale, il presidente del Festival Abdallah Khezraji  ha espresso il suo profondo orgoglio per la risonanza culturale e il dialogo umano raggiunti in questa edizione. Ha sottolineato che l’obiettivo fondamentale del Festival è mantenere vivi i legami emotivi e culturali tra la comunità marocchina in Italia e la loro patria, facendo del Festival anche una piattaforma per l’incontro culturale e intellettuale tra due Paesi uniti dal Mediterraneo e da una storia comune di rispetto e cooperazione.

Il Festival Italo-Marocchino non è solo un evento artistico o una manifestazione culturale, ma un progetto umano e di sviluppo a lungo termine, che mira a trasformare la cultura in uno strumento di avvicinamento e il dialogo in un mezzo per costruire un futuro condiviso, che riconosce le differenze ma celebra l’integrazione.

In un’epoca di chiusura, il Festival Italo-Marocchino a Treviso rappresenta una finestra aperta sull’altro, uno specchio in cui marocchini e italiani possono vedere insieme un volto comune della storia e dell’umanità.

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