Youssef Sbai
«I musulmani, ma io gli sparerei in bocca», «non mi vergogno affatto di considerare i musulmani delle razze inferiori». Sono queste le parole pronunciate in diretta da Vittorio Feltri, oggi direttore editoriale de Il Giornale, nel corso della puntata del 28 novembre 2024 del programma La Zanzara, in onda su Radio24 e condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.
Frasi che hanno immediatamente suscitato un’ondata di indignazione, portando l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) a intervenire con una pesante sanzione nei confronti della società Il Sole 24 Ore, editrice dell’emittente: 150mila euro per la violazione dell’articolo 30 del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e del Regolamento sulla tutela dei diritti fondamentali della persona.
Secondo quanto riportato nella delibera dell’Agcom, le dichiarazioni di Feltri «diffondono, propagandano e istigano l’odio e la discriminazione nei confronti di un gruppo di persone», in evidente contrasto con l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
L’Autorità ha inoltre contestato la gestione editoriale della trasmissione da parte dei conduttori, sottolineando come «la condotta di Giuseppe Cruciani e David Parenzo, seppur distinta dalle opinioni dell’ospite, non abbia efficacemente impedito gli effetti di tali affermazioni». La delibera sarà ora trasmessa anche all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia per le valutazioni disciplinari del caso.
L’episodio riaccende il dibattito sull’uso delle parole nei media e sulla responsabilità editoriale nella gestione di contenuti potenzialmente lesivi della dignità umana. Per rendersi conto della gravita di questo tipo di affermazioni, basterebbe sostituire il termine “musulmani” con “cristiani”, “ebrei”, “induisti” o “non credenti” per comprendere appieno la gravità di simili esternazioni.
Una deriva che, ancora una volta, mette sotto i riflettori i limiti della libertà di espressione quando si trasforma in veicolo di odio.