LAURA VANETTI
Centro Congressi Lingotto Torino, 30-31 Marzo e 1° Aprile
I cardiologi contro la PAD, malattia delle arterie degli arti che mette
a rischio anche il cuore
Nuovo percorso di cura per i pazienti con vasculopatie
Dal Piemonte agli USA, con Marc Bonaca dell'Università del Colorado
(Denver)
Torino, 29 Marzo 2023. Arriva dai cardiologi piemontesi la proposta, prima in Italia, di
utilizzo di farmaci ipolipemizzanti ed antitrombotici nella cura dei pazienti con PAD,
vasculopatia delle arterie periferiche ed in particolare degli arti e del collo.
Si tratta di un importante cambiamento nell’approccio terapeutico di una malattia ancora
poco conosciuta e spesso sottovalutata, che è stato pubblicato in un recente studio su
GIC, Giornale italiano di Cardiologia, e che sarà presentato per la prima volta a Torino
dagli autori e responsabili scientifici di Change in Cardiology 3.0, il congresso che
riunisce i principali rappresentanti della Cardiologia a livello nazionale e internazionale, al
Centro Congressi del Lingotto di Torino, da giovedì 30 Marzo a sabato 1° Aprile
2023.
Cos’è la PAD
Si tratta di una patologia che si presenta con comparsa di dolore alle gambe durante il
cammino e che, se non diagnosticata in tempo, può comportare un alto rischio di
amputazione, ictus e infarto. L’incidenza annuale di amputazioni si colloca tra 120 e 500
per milione (dato 2019). Soprattutto è un importante predittore di malattia coronarica.
Diagnosticarla e curarla correttamente significa prevenire sia le complicanze di tale
patologia, che lo sviluppo di gravi malattie cardiache.
La PAD colpisce 200 milioni di persone nel mondo e 40 milioni di persone in Europa. In
Italia la prevalenza della malattia si attesta intorno al 10% nelle persone con età
maggiore di 40 anni, con un incremento importante dopo i 65 anni, fino a
raggiungere il 20% di incidenza per gli over 80. Una patologia sempre più diffusa negli
ultimi dieci anni, con un aumento di casi di circa il 23%, in parallelo con la crescita del
numero di pazienti diabetici, di fumatori e dell’invecchiamento della popolazione. Solo in
Piemonte nel 2019 si registravano 380.000 casi.
I fattori di rischio più rilevanti per la PAD sono fumo, diabete, ipertensione arteriosa,
dislipidemia.
La proposta dei cardiologi piemontesi
I dettagli del nuovo approccio farmacologico e del percorso di cura multidisciplinare sono
descritti sul Giornale Italiano di Cardiologia, la principale rivista scientifica nazionale in
ambito cardiologico, nell’articolo dal titolo Proposta di percorso diagnostico-terapeutico
assistenziale della Regione Piemonte sulla terapia ipolipemizzante ed antitrombotica in
pazienti con malattia delle arterie periferiche. Autori dello studio Giuseppe Patti, Direttore
della Cattedra di Cardiologia, Università Piemonte Orientale e Direttore Dipartimento
Toraco-Cardio-Vascolare, AOU Maggiore della Carità di Novara, e tra gli altri, Ferdinando
Varbella, Direttore S.C. Cardiologia, Ospedale di Rivoli – AslTo3 e Giuseppe Musumeci,
Direttore S.C. Cardiologia, Ospedale Mauriziano di Torino, organizzatori scientifici del
congresso di Torino.
Sul tema è particolarmente atteso, durante il Congresso, l’intervento di Marc Bonaca,
Vascular Medicine & Cardiology Doctor at University of Colorado, Denver (USA),
venerdì 31 marzo, ore 15.10 Lipid lowering and dual pathway inhibition therapy in PAD.
“Il nuovo approccio farmacologico – spiega Giuseppe Patti, primo firmatario dello studio –
è il cuore del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale per la PAD del Piemonte,
unico in Italia e che potrebbe essere esportato in altre regioni. La Campania ha già
dimostrato particolare attenzione al problema, formulando una propria ipotesi di percorso,
che oggi la proposta piemontese integra con l’utilizzo dei farmaci antitrombotici e
ipolipemizzanti”.
“La terapia ipolipemizzante aggressiva – aggiunge Giuseppe Musumeci – si è dimostrata
efficace nel ridurre gli eventi cardiovascolari nei pazienti cardiopatici. Gli studi più recenti
hanno evidenziato la sua efficacia sull’esito delle cure per i pazienti affetti da vasculopatie
come la PAD, riducendo il rischio di eventi coronarici acuti e di eventi avversi vascolari
drammatici come l’amputazione di arto”.
“Il Percorso di cura piemontese (Pdta) disegna un percorso di cura articolato che prevede,
anche con l’ausilio della telemedicina, una stretta collaborazione ed un approccio
combinato tra cardiologo e chirurgo vascolare – aggiunge Ferdinando Varbella – per il
trattamento farmacologico dei pazienti con malattia delle arterie periferiche: una sinergia
fondamentale per la cura della patologia e per la prevenzione di gravi eventi cardiaci in
pazienti particolarmente esposti”.
La Rete piemontese contro la PAD
Il Percorso di cura piemontese è già condiviso da cardiologi e chirurghi vascolari
piemontesi, questi ultimi rappresentati dal Dott. Andrea Gaggiano (Direttore del
Dipartimento Chirurgico dell’AO Mauriziano di Torino e Referente della rete piemontese
dei chirurghi vascolari). Tale percorso si incardina in una stretta collaborazione nell’ambito
delle malattie cardiovascolari che in Regione fa capo in particolare ad alcuni ospedali,
punto di riferimento regionale per le cure cardiologiche: AOU Mauriziano di Torino,
Ospedale di Rivoli-AslTo3, AOU San Luigi Gonzaga, che condividono dal 2021 un
protocollo d’intesa per la gestione multidisciplinare delle malattie valvolari del cuore e delle
vasculopatie come la PAD, e nel Piemonte orientale AOU Maggiore della Carità di Novara
ed Ospedale di Biella – Asl Biella, anche in questo caso con un protocollo d’intesa
condiviso.
I Live Cases del Congresso
Fra i molti temi trattati a Change 3.0, saranno presentate le più recenti tecniche di
emodinamica ed elettrofisiologia che stanno cambiando radicalmente l'approccio al
paziente cardiopatico, in linea con i più recenti sviluppi scientifici internazionali.
La tre giorni del Centro Congressi del Lingotto di Torino vedrà la presentazione di live
cases dalle sale di cardiologia invasiva (emodinamica ed elettrofisiologia), oltre che
dall'Ospedale Mauriziano di Torino e dall’Ospedale degli Infermi di Rivoli, per la prima
volta anche dall’ospedale Maggiore di Novara, dall'ospedale Niguarda di Milano, dal
Policlinico San Martino di Genova, dagli Ospedali Civili di Brescia e dalla Cardiologia
Universitaria di Verona.
Tra questi spicca il primo intervento in Piemonte, e tra i primi in Italia, di ablazione
della fibrillazione atriale mediante tecnica di “elettroporazione”, condotto all’Ospedale
di Rivoli dalla equipe cardiologica dell’ASL TO3, diretta da Ferdinando Varbella. Questa
tecnica consente di diminuire i tempi dell'intervento, i tempi di degenza e migliora
l'efficacia
delle cure. La fibrillazione atriale è uno dei principali motivi di accesso al pronto
soccorso e riguarda la popolazione anziana, ma non solo.
Saranno presenti a Change in Cardiology 3.0 specialisti di fama internazionale, tra
cui Dominick J. Angiolillo (USA), fra i massimi esperti di terapia antitrombotica, Marc
Bonaca (USA) che è autore di uno studio su PAD ed Evolocumab, Masahiko
Ochiai (Japan) riferimento internazionale per la disostruzione coronarica e Didier
Tchetche (France), esperto di TAVI.