Hiba Alif: un volto marocchino che ridisegna la partecipazione politica in Italia
Abdellah Mechnoune
In un paese dove le tracce del passato coloniale si intrecciano con le onde del presente populista, emergono volti nuovi che ridefiniscono il significato di appartenenza e cittadinanza. Hiba Alif, la giovane marocchina recentemente nominata assessora alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna, non è entrata nella politica con silenzio, ma con una voce che porta con sé tutte le speranze e le sfide che affrontano le competenze migranti nel cuore dell’Europa.
Hiba, giovane di origini marocchine, non è entrata in politica come simbolo decorativo o presenza formale, ma attraverso un percorso serio di impegno civile e conoscitivo, che l’ha resa oggi una delle figure promettenti nella scena politica locale italiana. La sua nomina a assessora alle politiche giovanili, con anche un mandato speciale per la pace, non è stata solo una decisione amministrativa, ma un passo simbolico forte in un paese dove parte delle sue élite politiche fatica ancora ad accettare la pluralità culturale.
Non appena è stata annunciata la sua nomina, Hiba è stata oggetto di una feroce campagna di insulti sui social media, lanciata da ambienti di estrema destra e razzisti che non hanno altro argomento che il colore della pelle e il nome arabo per mettere in dubbio le sue competenze. Non hanno discusso i suoi programmi, il suo curriculum o le sue idee, ma hanno fatto ricorso a un linguaggio intriso di “razzismo a buon mercato” e “discriminazione vuota” che rivela nel suo fondo una paura cronica del cambiamento.
Ciò che Hiba sta subendo non è una questione personale, ma un riflesso di un modello sistematico di emarginazione che le competenze straniere, specialmente quelle di origini marocchine, arabe e africane, subiscono in paesi che si considerano democratici. Questo comportamento non è solo un’offesa a lei come donna migrante, ma un’offesa ai valori della repubblica, dell’uguaglianza e della cittadinanza.
Mentre alcuni attaccano Hiba in nome di una “falsa nazionalità”, lei dimostra che l’appartenenza non è nel sangue, ma nel dare, contribuire e intraprendere. Oggi rappresenta un messaggio per tutti i giovani della comunità marocchina in Italia e in Europa: non aspettatevi riconoscimenti… partecipate, competete, imponete la vostra presenza.
La nostra presenza non si limita all’economia e alle professioni, ma deve estendersi alla rappresentanza politica, ai consigli locali, alla società civile e ai media. Quando siamo assenti, lasciamo ad altri la possibilità di parlare a nostro nome, e spesso si tratta di distorsioni e marginalizzazioni.
La solidarietà con la giovane Hiba Alif oggi non è solidarietà con una persona, ma con una causa che riguarda la giustizia della rappresentanza, il diritto alla cittadinanza e il posto dei giovani marocchini e arabi nelle società europee.
È giunto il momento di passare dalla posizione difensiva a quella costruttiva.
E Hiba, marocchina come tante altre competenze, con il suo coraggio e la sua presenza, apre la porta… entriamo?






English
Español
Deutsch
Français
العربية