Italiatelegraph Intervista STEFANO LO RUSSO: IL CANDIDATO SINDACO DI TORINO 2021

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Intervistato da : Abdellah Mechnoune per Italiatelegraph

 

 

STEFANO LO RUSSO GUARDA AL FUTURO DI TORINO

Siamo lieti di avere questa intervista con Il professore STEFANO LO RUSSO: IL CANDIDATO SINDACO DI TORINO 2021,Attualmente fa parte del Consiglio d’Area di Formazione dei corsi di Laurea magistrale al Politecnico di Torino. Sempre al Politecnico di Torino è titolare dei corsi “Petroleum and mining geology” e “Geothermal Energy”. Inoltre, compone il Consiglio del Dottorato in Urban and Regional Development.

Il programma presentato da Stefano lo Russo è, indubbiamente, un programma ambizioso. Questo, articolato su sei “assi di lavoro”, si prefigge di andare a toccare e migliorare i temi della salute come bene pubblico primario, del lavoro e dello sviluppo, della sicurezza, della lotta alle diseguaglianze, del rilancio di cultura e turismo e dei temi dell’ambiente, della sostenibilità e dello spazio urbano.

Ma non solo, Lo Russo sa perfettamente che prima di tutto bisogna affrontare l’emergenza sociale causata dal COVID-19. Il candidato è consapevole del fatto che la pandemia ha accentuato le disuguaglianze sociali. In conseguenza a ciò, si è posto l’obiettivo di rimettere al centro dell’agenda la persona e il tema della coesione sociale.

1- Professore STEFANO LO RUSSO Hai un piano di riguardo per la periferia?

Una città diseguale è una città destinata a fallire i suoi obiettivi di sviluppo. L’apertura della forbice sociale, il senso di abbandono maturato da interi territori e fasce sociali, l’incapacità di dare adeguate risposte strutturali – e non emergenziali – al tema delle povertà diffuse è un grande tema etico e culturale, prima ancora che programmatico. Torino deve essere meno diseguale. L’asse di corso Regina Margherita non può
continuare ad essere la faglia che separa simbolicamente l’accesso alle opportunità dei torinesi alimentando il senso di distacco e di separatezza di alcuni verso altri. La ricucitura della Città e l’eliminazione di questa barriera immateriale deve essere un grande obiettivo per il prossimo decennio, lavorando sulla riduzione delle diseguaglianze, prima di tutto attraverso la creazione di opportunità di lavoro, e sulla sicurezza, attraverso azioni di monitoraggio costante del territorio, di manutenzione e di cura dello spazio pubblico, per far sì che nessun cittadino si senta abbandonato.

2-Torino è una città di immigrazione. Era all’avanguardia in questo campo, ora c’è il degrado. che cosa intende fare per riprendere il discorso dell’integrazione e della inculturazione?

Il primo e più incisivo veicolo di integrazione sociale, etnica e religiosa è la scuola. È nella scuola che si costruiscono i torinesi di domani e questa consapevolezza deve trovare piena cittadinanza nell’agenda dei prossimi anni. Vanno inoltre stimolate le politiche di cittadinanza attiva e comunità anche con l’aiuto delle realtà dell’associazionismo. Nel mio recente incontro con i rappresentanti della comunità islamica mi ha colpito più di tutto una cosa: molti genitori mi hanno raccontato che i loro figli, immigrati di seconda generazione, terminati gli studi cercheranno lavoro fuori perché a Torino non vedono prospettive. Ecco, dobbiamo essere in grado di offrire opportunità ai giovani, italiani e stranieri, per farli restare a Torino.

3- Intende proseguire confermando l’assessorato per le politiche per l’immigrazione?
Come intende cambiare Torino e quale strategia di lavoro ha in serbo?

Certamente, occorre proseguire su questa strada: un assessorato alle politiche per l’immigrazione serve a riservare la giusta attenzione ad una comunità sempre più plurale e inclusiva.

Il cambiamento di Torino deve partire da una parola chiave: lavoro. Deve tornare ad essere produttiva e attrattiva. Dobbiamo ricostruire una città che torni a produrre lavoro, soprattutto per i giovani. Vanno messe in primo piano politiche che favoriscano nuove assunzioni di lavoratori e lavoratrici. Servono politiche pubbliche che facciano leva sui settori strategici dell’automotive e dell’aerospazio. Credere nel lavoro vuol dire soprattutto credere nelle persone, nelle loro competenze, nelle loro motivazioni. E semplificare le cose a chi fa impresa, rendendo l’amministrazione pubblica un alleato anziché un ostacolo. Per questo la macchina comunale va riorganizzata in una logica di maggiore efficienza e con la partecipazione dei dipendenti.

4-Il suo governo per Torino avrà rapporti con le moschee?

Senza dubbio. Tra i tanti appuntamenti di queste settimane, come ho già ricordato, ho incontrato i rappresentanti della comunità islamica torinese. Sono una parte importante e numerosa della nostra comunità e in questi anni hanno saputo creare un rapporto di dialogo e collaborazione con le istituzioni che, insieme, dobbiamo impegnarci a proseguire.

5-Sarà intensificato il lavoro con la società civile e le associazioni per portare Torino verso il futuro?

Il ruolo della società civile, dell’associazionismo, del terzo settore è importante e prezioso per la riduzione delle diseguaglianze, il welfare, i diritti. Proseguirò con il lavoro di ascolto avviato in questi mesi con tutte queste realtà e mi impegnerò per un loro attivo coinvolgimento nei progetti strategici per la vita delle persone.

6-Il suo esempio per gestire la città è Chiamparino o Fassino?

Sono entrambi ottimi esempi. Diciamo che mi vorrei ispirare a Chiamparino, che in questi giorni mi ha accompagnato nei mercati ad alcuni incontri con i cittadini, nel suo essere stato un Sindaco “tra la gente”, bravo ad ascoltare le persone e ad interloquire con loro, anche con leggerezza. Quando penso al clima che mi piacerebbe contribuire a ricreare a Torino, se diventassi Sindaco, penso allo spirito che ha contraddistinto gli anni dei suoi mandati: una Torino viva, dinamica e proiettata verso il futuro. A Fassino invece mi ispirerei per la capacità di porsi come un interlocutore con il Governo nazionale rispetto a temi importanti, come quello dell’automotive ad esempio, richiamando l’attenzione su Torino. Anche questo sarà uno dei nodi centrali che il prossimo Sindaco si troverà ad affrontare, costruendo con le parti sociali del territorio un nuovo patto per lo sviluppo: al centro ci sono la tutela delle competenze e dei posti di lavoro diretti e di tutto l’indotto, che per me sono fondamentali.

7-COME VALUTA LA SINDACA ATTUALE APPENDINO E LA SUA GESTIONE?
E’ PARAGONABILE ALLA SINDACA RAGGI DI ROMA?

Come tutti sanno, come capo dell’opposizione, sono stato spesso critico nei confronti dell’amministrazione della Sindaca Appendino. Credo però che esistano temi importanti su cui si è lavorato bene che occorrerà riprendere senza un approccio ideologico: penso all’ambiente, alla mobilità sostenibile, ai diritti.

8-BUCHE NELLE STRADE, IMMONDIZIA DIFFICILMENTE RICICLABILE CON L’USO DELLA TESSERA CHE POCHI UTILIZZANO MENTRE SI AMMUCCHIANO RIFIUTI ACCANTO A BIDONI PROPRIO FUORI DAI RISTORANTI

L’efficacia della raccolta e del riciclo dei rifiuti è una sfida importante per la sostenibilità ambientale e dei sistemi urbani. I risultati raggiunti sono buoni e devono incoraggiarci a fare ancora meglio. Certamente, il sistema di conferimento dei rifiuti nello spazio urbano fa progettato in modo funzionale e soprattutto partecipativo, con il coinvolgimento delle Circoscrizioni e di tutti coloro che vivono quotidianamente quello spazio urbano e dovranno poi concretamente usufruirne.

9-COSA PENSA DELLA TAV?

La Tav con Lione rappresenta per Torino una infrastruttura indispensabile per contribuire al rilancio del sistema territoriale e produttivo. A mio parere peraltro non basta neppure, ma occorre fin da subito avviare le procedure per un collegamento ferroviario veloce anche con Genova e Savona contribuendo in tal modo a far diventare Torino uno snodo trasportistico e logistico del Nord Ovest.
Se verrò eletto Sindaco mi impegno a far rientrare immediatamente la Città di Torino nell’Osservatorio sulla Torino-Lione. È necessario poi far ripartire subito il sistema delle compensazioni economiche per l’alta velocità che servirebbero anche a collegare l’Ospedale San Luigi di Orbassano, potenziando ulteriormente il Servizio Ferroviario Metropolitano. Si tratta di assolute priorità infrastrutturali su cui si deve accelerare.

10-PIU’ IN GENERALE LA CRISI PRIMA E LA PANDEMIA POI HANNO AFFOSSATO MOLTE ATTIVITA’ ECONOMICHE E IMPRENDITORIALI, CHE FARE?

Mai come in questo momento bisogna pensare a tutelare il commercio al dettaglio e quello ambulante, importanti riferimenti territoriali, che più di tutti hanno sofferto le chiusure imposte dalla pandemia. I ragionamenti sul commercio vanno fatti insieme ai commercianti e non imposte, specie ora che stanno faticosamente ripartendo con le loro attività. Se diventerò Sindaco, istituirò un “Progetto Centro” che coinvolga direttamente i commercianti e la Circoscrizione sulle scelte che li riguardano più da vicino. È innegabile poi che le piccole attività locali, specie nei mesi di chiusura, si siano sentite penalizzate dalla concorrenza dei colossi dell’e-commerce. Ed è compito delle istituzioni aiutarle a trasformare questa crisi in opportunità, anche nello sviluppare nuove modalità di lavoro che molti hanno già sperimentato nel corso dell’ultimo anno, come le consegne a domicilio, gli ordini via WhatsApp, i pagamenti con le app digitali. L’amministrazione pubblica può supportare le imprese in modo importante, soprattutto con una semplificazione delle procedure burocratiche, ad oggi la vera priorità.

11- SI REGISTRA UNA SPECIE DI PENDOLARISMO: SI DORME A TORINO PERCHE’ COSTA MENO MA SI LAVORA A MILANO… COSA PENSA IN PROPOSITO?

Non credo si debba vivere una perenne competizione con Milano ma, anzi: le nostre città devono e possono collaborare, così come avrebbe dovuto accadere, ad esempio, per le olimpiadi, che sono state un importante occasione mancata per la nostra città. Sicuramente, come ho già detto, il lavoro dovrà essere una priorità. Ma, se dovessi scegliere una sola immagine per descrivere la mia visione della Torino del 2026, sceglierei questa: una città universitaria.
Il quadro demografico oggi vede più nonni che nipoti: un terzo dei torinesi è over 65 e in alcuni quartieri il ricambio generazionale è quasi nullo. Dobbiamo portare giovani a Torino. E con due atenei d’eccellenza, come il Politecnico e l’Università di Torino, e il ritorno delle lezioni in presenza dobbiamo farlo invitando gli universitari a scegliere la nostra città. L’università può diventare il motore di questo cambiamento, può aiutare Torino a completare la sua evoluzione, la sua transizione da città-fabbrica a città dei saperi.

12-SU IUS SOLI O IUS CULTURAE VOI DOVRESTE ESSERE INTERESSATI
POI C’E’ LA PROPOSTA DEL NUOVO SEGRETARiO PD DI TASSARE I LASCITI E LE EREDITA’ SOPRA i 5 milioni di euro… COSA FARE PER UNA MAGGIOR GIUSTIZIA FISCALE?

Ius soli e ius culturae sono due temi dell’agenda politica nazionale dei prossimi anni. Le procedure per ottenere la cittadinanza italiana sono oggi troppo lunghe e non tengono conto di situazioni paradossali, come quella degli immigrati di seconda generazione, che di fatto si sentono italiani a tutti gli effetti pur senza il requisito formale della cittadinanza. Quando ne parlo con mia figlia, che ha 14 anni e vive una dimensione sociale di naturale multiculturalità, mi rendo conto di quanto ancor più per le nuove generazioni sia sorprendente scoprire che il compagno di scuola, nato e cresciuto a Torino, non è ancora cittadino italiano.
Per quanto riguarda invece la fiscalità credo che ci sia un tema ampio e che si debba riflettere su una pressione fiscale eccessiva soprattutto su alcune categorie di cittadini e sulle imprese. Occorrono misure fiscali di riequilibrio, ad esempio come quella appena proposta dal G7 per fare in modo che le grandi corporation paghino la “giusta quota di tasse” nel paese in cui operano, a fronte delle sfide poste da un’economia sempre più globalizzata e digitale. L’Osservatorio fiscale dell’Unione europea ha già calcolato in 2,7 miliardi il gettito che l’Italia potrebbe riscuotere adottando la minimum tax del 15% sulle proprie multinazionali, nello scenario in cui questa tassa fosse adottata a livello mondiale.

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