ITALIATELEGRAPH.COM INTERVISTA LA DOTT.SSA CHIARA APPENDINO, SINDACO DI TORINO

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Abdellah Mechnoune 

 

 

Dottoressa Chiara Appendino, Sindaco di Torino dal 2016, rappresentante di primo piano del Movimento 5 Stelle e donna che gestisce in modo serio, responsabile e vigoroso il Comune di Torino, tentando di bilanciare il centro città e la periferia a lungo trascurata e di migliorare entrambe. Il giornale Italiatelegraph.com e’ onorato di pubblicare questa intervista.

1-Dopo la Sua nomina a Sindaco, com’è migliorata in concreto Torino?

La prima sfida è stata quella di sistemare i conti. Come noto, Torino è caratterizzata da un forte indebitamento che ha fortemente compromesso iniziative di sviluppo del territorio e servizi ai cittadini. Abbiamo evitato il pre-dissesto grazie a un piano di rientro che ha avuto l’approvazione della Corte dei Conti. Da allora (fino alla crisi covid) l’attenzione ai conti è stata massima.

Parallelamente abbiamo portato avanti iniziative che la Città attendeva da anni. Penso alla liberazione dell’ex-MOI (la più grande occupazione abusiva d’Europa). A nuovi autobus che oggi vediamo sulle strade. A piste ciclabili per la mobilità sostenibile. Al superamento del campo Rom di via Germagnano 10 e di corso Tazzoli. Al rilancio del turismo (+14% in due anni). Alle ATP Finals dal 2021 al 2025. All’insediamento di nuove imprese grazie alle politiche di innovazione e alla collaborazione con le altre Istituzioni. Al tracciato della seconda linea di Metropolitana. Solo per fare degli esempi.

2-Quali sono i Suoi obiettivi di ulteriore cambiamento e sviluppo della città di Torino?

Sicuramente dobbiamo concludere molti progetti che abbiamo iniziato. Inoltre, anche grazie all’approvazione del bilancio entro l’anno (non succedeva da 24 anni) vedremo nei prossimi mesi numerosi cantieri per la manutenzione stradale. Va detto poi che l’emergenza Covid ha letteralmente stravolto le priorità della Città e dei suoi cittadini. Ad esempio, abbiamo dovuto accelerare sulla mobilità ciclabile, prevedendo 95 km di nuove vie ciclabili che verranno messe a terra nei prossimi mesi.
E poi c’è tutto il grande lavoro di preparazione per le ATP Finals.
Ancora una volta, si tratta solo di alcuni esempi.

3-Quali sono le soluzioni che riterebbe utili per un’uscita adeguata dall’attuale situazione di crisi sociale ed economia della nostra città ?

Servono investimenti. E serve un nuovo modello di welfare. Questa crisi economica è stata (e sarà) molto più dura di quanto sinora descritto. A differenza di quella del 2008, che è nata da una crisi finanziaria, questa è nata da una crisi dell’economia reale, dunque con un impatto immediato sui cittadini. Non solo sulle loro tasche, ma anche sulle loro abitudini.

Ora, gli aiuti che sono già arrivati e che stanno arrivando da parte del Governo sono fondamentali, ma è necessario un piano di investimenti a lungo termine – pubblici e privati – che possa davvero rilanciare le Città e il Paese. Per farlo, ovviamente, è necessario lavorare di concerto e creare le condizioni più adatte.
Non può mancare poi, ovviamente, una considerazione sul Welfare.
La crisi ci ha spinto da subito ad accelerare su progetti in essere dedicati alle persone più fragili.

Dopo l’epidemia, a Torino, nasce un nuovo Welfare sociale. Proseguirà infatti l’esperienza positiva e virtuosa di Torino Solidale, che durante l’emergenza ha raggiunto, attraverso pacchi alimentari, 5mila famiglie, per un totale di 25mila pacchi. L’obiettivo è quello di raddoppiare e raggiungere, con aiuti concreti, circa 30mila persone.
Non solo, per la prima volta vedremo una importante rivoluzione per i dormitori, che saranno aperti H24 anche nel mese di luglio.

5-Rispetto al Covid 19 ritiene sia stato ben gestito il periodo di distanziamento sociale?

Dipende cosa si intende. È chiaro che abbiamo visto episodi di cui avremmo fatto volentieri a meno. Tuttavia dobbiamo essere consapevoli che da un giorno all’altro abbiamo chiesto a milioni di cittadini di stravolgere le loro abitudini. Da un giorno all’altro ogni contatto fisico è diventato tabù. Si doveva girare con la mascherina e mantenere distanze a cui prima non ci si faceva assolutamente caso. Le ragioni sono sacrosante, su questo non ci piove. Ma non possiamo ignorare lo sforzo necessario.
A Torino, devo dire, nella stragrande maggioranza dei casi i torinesi sono stati disciplinati. E per questo li ringrazio.

7-Esiste una forma di partenariato con i protagonisti della componente musulmana come le Associazioni per promuovere un modello di Islam italiano moderato?

Nel 2016 la Città di Torino ha firmato un “Patto di condivisione” con i Centri di cultura e religione islamica. Da allora il tavolo è stato regolarmente convocato e, insieme ai referenti, abbiamo organizzato le preghiere del sacrificio, la fine del Ramadan e altri progetti come Moschee Aperte.

Si tratta di un modello a livello nazionale ed europeo, attraverso il quale puntiamo a far dialogare non solo le Istituzioni e le varie realtà del territorio con le rappresentanze islamiche, ma anche a far dialogare, tra di loro, tutte le componenti dell’Islam.
Le Moschee, inoltre, in quanto centri di aggregazione, si sono rivelate un ottimo alleato anche in questo periodo di emergenza per la diffusione delle informazioni sul coronavirus. Una collaborazione straordinaria, per le quali va il ringraziamento di tutta la Comunità.

8-A riguardo il rapporto con il Marocco:Nel 2010 i sindaci di Torino e Fès, capitale spirituale del Marocco, hanno firmato un accordo di cooperazione per promuovere scambi di esperienze, collaborazione economica e partenariato culturale, crede sia possibile rinnovarlo e metterlo in pratica? Come ?

La Città di Torino ha da sempre avuto ottimi rapporti con diverse città del Marocco, anche in considerazione dell’origine marocchina di molti nuovi cittadini torinesi. Le politiche locali di intercultura con quella che è una delle prime comunità della diaspora della nostra città, per storia e per numero, si sono recentemente intrecciate con quelle di cooperazione internazionale allo sviluppo che, grazie alla nuova Legge sulla cooperazione internazionale (la L 125/2014), favoriscono sempre più azioni di cooperazione internazionale decentrata nei luoghi da cui provengono i nuovi cittadini e in partenariato con le comunità della diaspora presenti in città.

In questo quadro si inseriscono progetti di cooperazione e migrazione circolare come il progetto Mentor, che, nell’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra servizi per la formazione, occupazione e politiche giovanili in Italia (Milano e Torino), Marocco (Beni Mellal, Khouribga e Fquih Ben Salah) e Tunisia (territorio di Grand Tunis) ha visto una fattiva collaborazione tra l’area torinese e l’area marocchina interessata dal progetto, per promuovere la migrazione circolare e temporanea; aumentare le informazioni per i cittadini marocchini e tunisini sulle opportunità di migrazione legale in Italia e nell’UE; migliorare l’accesso al mercato del lavoro dei giovani tunisini e marocchini nel proprio paese di origine a seguito di una formazione e di un’esperienza professionale in Italia (Torino e Milano). Sulla scia di questo progetto, che ha permesso di innescare un processo virtuoso con le città della riva sud del mediterraneo, e che è stato presentato come buona prassi ripetibile al Tief 2019, la Città di Torino sta ancora lavorando con realtà marocchine e tunisine e città italiane per assicurarne un seguito. In questo quadro è ben possibile rivalutare e riaggiornare i partenariati pregressi come quello con la Città di Fés: le politiche culturali locali sono infatti un ponte prezioso che collega la riva sud e nord del Mediterraneo e sono un fattore centrale nelle politiche di cooperazione internazionale e cosviluppo.

9- Pensa di ricandidarsi una seconda volta ?

Deciderò dopo l’estate. In questo momento la priorità è gestire al meglio l’emergenza Covid e portare avanti i progetti per Torino.

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