Intervistata da: Abdellah Mechnoune per Italiatelegraph
Occupandoci di un tema così vasto di cui si parla spesso in maniera sbagliata, mosso da pregiudizi e falsi miti, è la condizione delle donne musulmane in Italia e loro lotta per la libertà e il riscatto per raggiungere alti livelli sociali. Avere la possibilità di parlare e divulgare informazione è uno strumento potente per abbattere i muri e superare i limiti di ignoranza. La piattaforma e il giornale internazionale multilingue “ITALIATELEGRAPH” ha preso nella sua responsabilità questa sfida di fare giornalismo particolare, costruttivo, sano, equo e lungimirante. In questa occasione abbiamo scelto di intervistare una giovane ragazza Italo-tunisino studentessa neolaureata con Lode e eccellenza.
1- Benvenuta a Italiatelegraph, innanzi tutto ci vuoi presentare chi è INESS?
Salem, mi chiamo Iness Haj sassi ho 26 anni, attualmente mi sono trasferita in Tunisia, lavoro presso HPE, l’anno scorso mi sono laureata in economia aziendale a Torino presso la scuola di Management ed economia.
2- Come hai raggiunto il tuo obbiettivo nello studio e quale sono le difficoltà che hai incontrato?
il mio obiettivo lo raggiunto con tanta costanza e impegno, tante volte volevo lasciare tutto ero sempre demoralizzata ma pensavo sempre al mio futuro e a cosa volevo essere, la vita universitaria non è facile ci sono alti e bassi e devi impegnarti ed essere sempre aggiornata, le difficoltà che ho trovato sono quelle di qualsiasi universitario ,non sentirsi all’altezza magari predere un brutto voto e pensare che non sei abbastanza.
ma il segreto è credere in se stessi.
3- Quale sono i tuoi interessi e in quale campo hai trovato la tua passione in Italia?
Il mio interesse primario è sempre stato il disegno, all’inizio volevo entrare alla facoltà delle belle arti, ma poi ho preso un’altra strada e non me ne sono pentita, ma il disegno mi appassiona tanto,certe volte prendo foglio e matita e inizio l’opera, mi rilassa molto.
4- Come giudichi le condizioni delle donne musulmani in Italia?
Io mi sono sempre definita una femminista, per me il concetto di femminismo vuol dire possedere gli stessi diritti degli uomini, cosa che ormai in gran parte del mondo c’è, ed essere liberi di scegliere come vivere e cosa indossare senza pregiudizi e senza essere obbligati a farlo.
Per mia esperienza personale non sono stata vittima di razzismo, l’Italia come tanti paesi si sta adattando ai nuovi cambiamenti come noi accettiamo lo stile di vita europeo ovviamente.
Credo che dipendi dalla fascia d’età, forse l’unica cosa sono stati gli sguardi di gente più anziana, ma con il passare del tempo sono riuscita a comprendere i loro sguardi di curiosità, a volte mi fermavano e chiedevano il perchè del velo oppure domande sulla religione e io ho sempre risposto volentieri.
Credo che dopo certi eventi successi nel mondo le persone abbiano paura e la paura si trasforma in odio, e puo essere un trauma per chi lo vive
La donna in generale negli ultimi anni ha fatto passi da giganti , quindi qualsiasi scelta io prendi in futuro ne saro sempre fiera perchè sarà presa con la mia volontà.
5- In che modo si può organizzare per unire le forze e fare rete per tra le comunità islamiche per tutelare i diritti delle donne in generale?
Oggi lo strumento più usato è internet. Esistono anche molte associazioni che tutelano i diritti delle donne e promuovono attività.
6- Come vede il progetto Aisha e come si può divulgare questo modello di attivismo delle done musulmane in Italia.?
Ho sentito parlare molto di questo progetto, sono sempre stata affascinata dalle donne che lo hanno creato.Purtroppo la violenza è un fatto che esiste ancora e progetti come questo aiutano tanto.
Mi piace sopratutto come mirano a valorizzare la figura femminile, aiutano anche le piccole generazioni ad avere la libertà di scelta nella società
un’altro aspetto che pruomuovono è quello di garantire la tutela e il rispetto delle differenza di genere.
Il progetto Aisha è conosciuto in italia, in particolare a milano, credo che la costanza e l’impegno che queste persone danno ogni giorno per il progetto, le porteranno ad ingrandirsi sempre di piu
7- Hai vissuto la rivoluzione del gelsomino in Tunisia, quale sono i tuoi sentimenti e perché ancora ci sono dei problemi?
La rivoluzione è avvenuta nel 2010-2011, io avevo 16 anni, mi ricordo che studiavo alle medie, ho partecipato a molte manifestazioni e il 14 gennaio ero presente insieme ai miei amici e famiglia a manifestare per lo stato del paese, ricordo la felicità della gente quando si è sentita libera.
Dopo la rivoluzione il paese ne ha risentito molto, ma è stato uno dei miei periodi di vita che ricordero per sempre.
Attualmente la Tunisia si sta ancora riprendendo, le rivoluzioni in generale per un paese non sono facili, il fatto di averla superata per me è già un vittoria.
8 – Come vedi il partito islmico An-nahda in Tunisia e in quale tema ha avuto fallimento?
Sinceramente non sono mai stata un’amante della poltica, spero che la Tunisia veda giorni migliori in ambito politico.
9- Hai dei progetti a cui stai lavorando in futuro dopo la pandemia?
Ora lavoro presso HPE, per il futuro ho sempre sognato di aprire una mia attività, spero di coronare il mio sogno.
Ultima parola per i lettori di Italiatelegraph.
Come ultima parola lascio un detto italiano che mi spinge sempre a continuare nella vita :
” Nella vita non contano i passi che fai, nè le scarpe che usi, ma le impronte che lasci.”