A cura di AHMED BERRAOU*
Il conflitto tra la società multiculturale e lo stato-nazione alla luce dei fatti dell’epidemia del Covid-19 si è evidenziato fortemente all’inizio dell’anno attuale ma era già in corso durante l’utopia della globalizzazione, e di più con la fine dell’anno 2020 che sicuramente sarà un anno che entra dal portone largo nella storia contemporanea non solo per il Covid-19 o la scomparsa del Genio del calcio “Maradona” bensì per i mutamenti massicci delle società moderne e del tipo dello stato tra quello multiculturale appoggiato dal neoliberismo e la globalizzazione o quello dello stato-nazione quest’ultimo che si è sviluppato di nuovo da un decennio dopo la crisi economica mondiale.
L’INTERAZIONE DELLE COMPETENZE INTERCULTURALI.
Era ovvio che tutto il mondo e perlopiù quello moderno delle grandi democrazie e economie occidentali dal G8 al G20 ha eseguito il cammino del libero commercio e la libera circolazione di merce, mezzi e idee a scapito delle caratteristiche storico-culturali e tradizionali di ciascun popolo, Tramite gli scienziati ed esperti nel mondo della scienza politica, economica e filosofia che spinto verso il neoliberismo e la globalizzazione sfruttando la decadenza del modello società comunista e con i cambiamenti drastici delle società moderne al punto che non si può immaginare un mondo senza Internet, Telefonia intelligente, Amazon, Carte prepagate, Applicazioni, Database ecc… Vero che hanno contribuito a stabilire rapporti più stretti tra popoli che hanno avuto una grande velocità per assistere a delle società moderne molto variegate tra etnie, culture, lingue mescolate insieme in un metissage interculturale per produrre una realtà di stato in cui coesistono in un modello di vita nuova dove tutti possono godere della stessa fortuna e dove l’interazione dell’auto-efficacia, conoscenza, competenza infliggono più di altro nel destino delle nazioni e dei popoli.
“Le competenze interculturali integrano i diritti umani come catalizzatore per la promozione di una cultura di pace e di coesistenza armoniosa e includono i diritti umani fondamentali:
1- Diritti civili e politici (diritto alla vita, sicurezza e protezione, libertà fondamentali e accesso alla giustizia);
2- Diritti economici, sociali e culturali (istruzione, salute, lavoro, cibo, alloggio e partecipazione alla vita economica, sociale e culturale);
3- Uguaglianza e anti-discriminazione (diritti delle donne, diritti dei bambini, diritti degli indigeni, diritti delle persone con disabilità e diritti dei migranti), partecipazione, inclusione, responsabilità e stato di diritto;
4- Diritti individuali e di gruppo (libertà di autodeterminazione, sviluppo e ambiente, diritti di gruppo, libertà di espressione religiosa;
5- elementi e le dimensioni quali: disponibilità, accessibilità, adattabilità, accettabilità, qualità e adeguatezza.”(Unesco 2013)
LA TENDENZA “SOVRANISTA”
D’altra parte Le crepe nel muro della globalizzazione non sono state nascoste, dal primo giorno è nata l’idea che la maggior parte dei paesi del mondo, compresi i paesi delle principali economie, hanno accolto con favore il movimento di denaro e investimenti, ma ha rifiutato di accettare la libertà di movimento umano. Anche i Paesi dell’Unione Europea, che rappresentavano i presupposti di espressione più attraenti di libertà, il movimento e il trasporto hanno presto affrontato reazioni interne tangibili restrittive alla circolazione e la migrazione di manodopera tra i paesi, che si è intensificata fino alla fine dell’anno 2020 durante la Pandemia.
La Gran Bretagna già nel referendum del 2016 a favore dell’uscita dall’Unione Europea, e ha completato il Brexit nel 2019,e non appena l’amministrazione Trump ha assunto le chiave della Casa Bianca,
sono iniziate una serie di azioni per abbandonare o riconsiderare l’appartenenza a ex organizzazioni di libero scambio, del clima e le regole commerciali con la Cina e con i suoi partner occidentali nell’emisfero occidentale e in Europa, imponendo rigide restrizioni all’immigrazione negli Stati Uniti. Questa tendenza è stata introdotta e predicata in Europa fortemente tramite l’ideologo sovranità Steve Bannon e abbiamo assistito allo stesso slogan “American first” in Italia da Salvini “Prima gli italiani” e dagli imprenditori politici della paura e dell’intolleranza.
Ciò che può derivare dall’epidemia è causare ulteriori crepe nella teoria della globalizzazione e riaffermare l’autorità e gli interessi dello stato-nazione, e i suoi stessi valori, una tendenza che ha cominciato ad emergere anni prima della pandemia.
COVID-19 QUALE EFFETO?
Il problema è che l’epidemia ha afflitto il processo economico globale in tutte le sue fasi: produzione, consumo, così come quella crescente complessità della rete di distribuzione e fornitura, su cui si basa l’economia globale, rende ancora più fragile la struttura di questa rete usata dalle grandi potenze, soprattutto dopo la fine della Guerra fredda, riconobbero questa complessità come motivo di interdipendenza tra gli Stati e un mezzo efficace per la cooperazione e per prevenire le guerre, fintanto che enormi settori di beni e prodotti si basano su materiali e utensili fabbricati in molti paesi e non in un solo paese.
Tuttavia, più un sistema economico diventa complesso, più diventa difficile risolverlo se si ferma o si rompe il livelli di montaggio causa della tensione tra le principali economie, il processo di riforma dovrebbe diventare più difficile.
In generale, risanare la produzione di un prodotto in un paese proprio non significa molto, ad eccezione dei materiali medicali e sanitari e delle industrie alimentari, ma finché i mezzi di logistica e di distribuzione non funzionano e il consumatore non è interessato a consumare, ciò che rende ancora peggiore il declino economico si aggiunge a questo che l’epidemia ha causato un declino senza precedenti nel settore dei servizi, dal turismo, trasporto aereo e transazioni finanziarie alle caffetterie, Bar e ristoranti..
Le relazioni tra i paesi in effetti, negli ultimi mesi della pandemia si è assistito a un aumento del livello di egoismo e nazionalismo nella sua manifestazione più chiusa, la maggior parte dei paesi del mondo che producono forniture e materiali sanitari e medici inclusi gli stati uniti, uno dei maggiori produttori, hanno interrotto le esposizioni senza controllo di mezzi di trasporto durante il viaggio verso altri paesi tranne alcuni aiuti forniti da Cina, Turchia, Qatar e alcuni paesi ad altri, non ci sono segni evidenti e prove che i paesi ricchi forniscano gli aiuti necessari ai paesi poveri.
Dunque, il Covid-19 avrà impatti sproporzionati sulla vita stessa, sull’economia, sociologia nonché sulla politica, e i modelli di politica sociale e relazione internazionale, ma è esagerato affermare che il mondo post-pandemia sarà completamente diverso al mondo precedente, di certo perché ci sono tendenze politiche, economiche internazionali che hanno cominciato a muovere da anni e che l’epidemia non fa che accelerare il ritmo.
Emergenti variabili genererà questa epidemia, tra sistemi, relazioni e tendenze, il mondo affronterà una crisi economica straziante in conformità alla capacità di ciascuno stato prima della pandemia e non precisamente alla sua ferocia, ed in particolare può creare disordini sociali e instabilità politica, mentre il movimento del sistema internazionale verso una società multiculturale multietnica e verso il multi-polarismo erano emersi da anni.
Che la pandemia Covid-19 fa si che le relazioni internazionali si consolidano su basi umane e solidali rimarranno invano, e semplici desideri.
* Ahmed Berraou:
Mediatore culturale. Presidente ass, Daawa.odv
ricercatore, Università della Calabria