Marocco e Italia… quando creatività e ponti culturali si incontrano

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Abdellah Mechnoune
Giornalista residente in Italia

 

 

La città di Castel Goffredo, nella provincia di Mantova, ha vissuto una serata straordinaria che ha riaffermato come la letteratura sia capace di unire ciò che la geografia separa e come la forza della parola possa aprire nuovi percorsi tra i popoli, oltre ogni confine.

L’evento si è svolto nell’ambito del Premio Letterario “Giuseppe Acerbi”, un riconoscimento prestigioso fondato nel 1993, ispirato all’esploratore e diplomatico italiano Giuseppe Acerbi, che trasformò la scoperta in dialogo tra civiltà e fece della conoscenza un ponte di vicinanza tra gli esseri umani.

Quest’anno il premio ha scelto di porre l’attenzione sul Marocco, rendendo omaggio allo scrittore Nizar Kabbout, una delle voci emergenti della narrativa marocchina contemporanea, la cui esperienza letteraria ha trovato ampia risonanza sia in Italia che all’estero.

Uno dei momenti più significativi della serata è stato il discorso del Console Generale del Regno del Marocco a Milano, Mohammed Elkahal, che ha sottolineato l’importanza della letteratura nella costruzione del dialogo tra culture e nel rafforzamento dei legami storici tra Marocco e Italia.

La lettura e la traduzione in italiano del discorso sono state affidate a Doudaigh Naima, che ha presentato il testo davanti a un pubblico qualificato, dimostrando il ruolo attivo della comunità marocchina nel panorama culturale italiano.

La serata ha visto la partecipazione di figure italiane di spicco provenienti dal mondo politico e istituzionale, tra cui:

La Senatrice Paola Mancini

Il Presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani

Il Consigliere regionale Marco Carra

Il Viceprefetto

Il Comandante provinciale dei Carabinieri

Il Consiglio comunale guidato dal Sindaco Bonsignatto

Questa presenza sottolinea l’importanza del premio e delle attività culturali ospitate a Castel Goffredo, confermando il reciproco apprezzamento tra i due Paesi.

Tra le figure che hanno dato un tocco speciale all’evento, spiccava Daouia Bahaddou, capace di fungere da collegamento efficace tra l’organizzazione e la missione diplomatica marocchina. Non solo ha accolto gli ospiti, ma ha rappresentato un vero simbolo dell’identità marocchina aperta, offrendo tè alla menta e dolci tradizionali come un frammento di memoria culturale condivisa.

La serata è stata arricchita dalla partecipazione degli artisti del festival “Dosti”, progetto volto a promuovere il dialogo tra religioni e culture. Le loro performance hanno trasformato la musica in un linguaggio che unisce fede e creatività, infondendo nei presenti un senso unico di pace e unità.

L’incontro si è concluso con una cena conviviale che ha sancito la chiusura di un percorso culturale condiviso, scolpendo nei presenti il valore dell’amicizia culturale e dello scambio civilizzatore, dimostrando che la letteratura non è solo parola scritta, ma presenza viva che costruisce e rappresenta l’anima di una comunità.

Quella sera, la celebrazione non si è limitata a premiare uno scrittore o a organizzare un evento culturale, ma è stata l’espressione concreta dell’incontro tra due civiltà, confermando che i ponti si costruiscono non solo con la politica, ma con la parola, la musica e il rispetto profondo per l’altro.

L’evento ha ricordato, con eleganza e profondità, che la cultura è un progetto unificante e che Marocco e Italia possono sempre incontrarsi quando la conoscenza diventa la bussola.


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