Lettura analitica del discorso di Sua Maestà il Re Mohammed VI: l’ultimo anno e l’inizio di stazioni decisive

italiatelegraph

 

 

 

 

Abdellah Mechnoune

 

 

 

Nel suo discorso in occasione dell’apertura dell’ultimo anno del mandato attuale della Camera dei Rappresentanti, Sua Maestà il Re Mohammed VI ha delineato un percorso chiaro verso grandi impegni nazionali, rafforzando l’invito alla duplice responsabilità tra le istituzioni elette e i cittadini, e affrontando priorità strategiche necessarie per instaurare una realtà di sviluppo che concretizzi la giustizia sociale e territoriale.

Tra i primi segnali forti del discorso, l’invito del Re ai membri della Camera dei Rappresentanti a sfruttare l’«ultimo anno» del mandato per accelerare la legislazione e completare i progetti in corso. Questa scadenza temporale mette una pressione reale sia sul governo che sul parlamento; non è solo un discorso motivazionale, ma un avviso che il tempo non permette più ritardi o attese.

Il discorso reale eleva lo slogan di giustizia sociale e territoriale da promessa a «orientamento strategico». Significa che le disparità tra le regioni del Marocco non sono più viste come fenomeni marginali, ma come ostacoli allo sviluppo che devono essere superati attraverso la politica pubblica, programmi sul territorio, investimenti nelle potenzialità delle zone montuose, delle coste e dei centri rurali, considerati come assi per uno sviluppo equilibrato.

«Cultura dei risultati» e «nuove mentalità» sono due espressioni chiave nel discorso di Sua Maestà Mohammed VI. Il discorso non si limita ad appelli o grandi obiettivi, ma pone una sfida oggettiva: realizzare ciò che è affidato non con le parole, ma con una realtà tangibile. Ciò richiede un controllo rigoroso dell’investimento pubblico, il rifiuto della compiacenza e delle pratiche che sprecano tempo e risorse.

Il Re ha sottolineato che l’educazione del cittadino non è un lusso ma una necessità: sensibilizzare alle decisioni, coinvolgere il cittadino nella comprensione delle politiche, informarlo sui progetti e sui programmi che mirano ai suoi diritti e alle sue libertà. Questa direzione si avvicina ai concetti di trasparenza e responsabilità, e pone i media e la società civile in prima linea nel controllo e nell’interazione.

Parlare delle zone montuose, dei centri rurali e delle coste del Marocco non è mera regionalizzazione estrema, ma indice di una comprensione reale delle necessità differenziate: ambiente, morfologia, servizi, vie di collegamento, opportunità di lavoro. L’attenzione alla legge relativa alla costa, l’attuazione del piano nazionale delle coste, e l’espansione dei centri rurali sono tutti segnali che non si accetta che alcune zone restino soltanto destinatari di aiuti, ma diventino veri poli di sviluppo.

Far uscire i programmi di sviluppo dal piano teorico al piano pratico: non basta che i progetti vengano concepiti, devono essere realizzati con determinazione, efficacia e sotto controllo.

La lotta alla corruzione e allo spreco del denaro pubblico: Sua Maestà ha menzionato la negligenza, la perdita di tempo, le pratiche che dissipano le potenzialità. Ciò obbliga tutti gli attori, eletti e amministrazioni, alla trasparenza e all’integrità.

Finanziamento costante e sostenibile: parlare di progetti di sviluppo locali richiede risorse finanziarie sufficienti, il coinvolgimento del settore privato, e forse innovazione nel finanziamento locale.

L’equilibrio tra aspirazioni e visione globale: il Marocco fronteggia sfide legate all’era digitale, agli investimenti, alla sostenibilità ambientale. Il discorso fa cenno alle tecnologie digitali, alla diversità, all’ambiente marino; è necessario che ciò si traduca concretamente nel pensiero come nelle politiche.

Il discorso di Sua Maestà il Re Mohammed VI non è un semplice lancio verbale per lo sviluppo, ma un annuncio che la fase prossima è quella della realizzazione e della misurazione più che delle promesse. È un appello a tutte le componenti: il governo, il parlamento, i partiti, gli eletti, la società civile, i media — a unirsi non per rappresentare i risultati, ma per ottenerli. La patria non può più permettersi attese, e il cittadino non accetterà che lo slogan sia più forte della realtà.

italiatelegraph


Potrebbe piacerti anche
Commenti
Le opinioni espresse nei commenti sono degli autori e non del italiatelegraph.
Commenti
Loading...