Nabil Fouly Mohamed:La moschea, un luogo di culto dalle molte sfaccettature

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Autore: Nezha ED DIFDAI
Intervistato: Nabil Fouly Mohamed

 

• Che ruolo svolge la moschea all’interno della società islamica secondo la Shari’a islamica?
Il ruolo della moschea è triplice: spirituale, culturale e sociale; altri ruoli supplementari sono dovuti alle condizioni e situazioni locali; per quanto riguarda il ruolo spirituale, la moschea funge da luogo dedicato alla preghiera e al dhikr (ricordare Allah menzionandolo) e per lo più è vista come un luogo dove si reca il fedele musulmano per farsi vicino ad Allah; inoltre, secondo la scuola giuridica malakita, la preghiera del venerdì è valida solo se ha luogo in moschea. La shari’a islamica non ammette che la moschea venga ‘dismessa’ da parte dei musulmani maschi, e proibisce anche che le preghiere vengano eseguite nelle case proprie o nei posti di lavoro. E se una donna chiede il permesso di poter andare in moschea per qualunque preghiera sia di giorno che di sera, né il padre suo né il marito suo ha il diritto di rifiutare tale richiesta. La presente funzione della moschea è la più sublime di tutte, in quanto i fedeli musulmani la frequentano ogni due/tre ore per ravvivare il rapporto con il creatore e riprendere la pratica spirituale, vista come peculiarità rilevante per tutti i musulmani.

Nel caso in cui il fedele musulmano, durante la sua presenza in moschea, godesse di un’elevata concentrazione psichica ed ‘emotiva’, certamente si commuoverebbe fino in fondo; è lodato colui che è ‘sedotto’ dalla moschea nei hadith (dettami del profeta). Per quanto concerne il ruolo culturale, la moschea è il posto dove hanno luogo testamenti islamici; è obbligatorio in modo particolare partecipare nel testamento del venerdì, mostrando la massima attenzione spirituale. L’imam (inteso come fedele guida) è la fonte dell’informazione dottrinale per i musulmani, in quanto si vede come il loro punto di riferimento per ciò che riguarda le questioni religiose. A livello sociale, la moschea è il luogo dove si radunano residenti del medesimo quartiere di tanto in tanto, che dà loro l’opportunità di scambiarsi notiziari. E in questo modo, avvengono la condivisione sociale e l’atto solidale.

Tuttavia, le mansioni accidentali che nascono nel momento del bisogno sono percepite nel vissuto del Profeta Maometto e dei primi devoti dell’Islam, e che vanno oltre i ruoli menzionati in precedenza, come ad esempio, il ruolo didattico giocato da parte delle scuole e delle università ai nostri tempi, in quanto nel caso in cui mancassero istituzioni di insegnamento private o anche quando un ente politico o sociale controlla l’istruzione e le sue istituzioni in maniera esiziale, la moschea darebbe ‘sfogo’ ad un’istruzione leale. Nel mentre, la funzione politica non è essenziale, anzi era un’esigenza nei primi anni di diffusione dell’Islam, e sono sempre ben accolte le nuove istituzioni politiche ritenute particolari.

Tanto tempo fa, ero entusiasta – come tant’altra gente- verso l’evoluzione del luogo di culto islamico in termini di ruolo, per far sì, che includesse la maggior entità delle funzioni istituzionali ed attività sociali, nel tentativo di imitare ciò che accadeva nei primi anni di diffusione dell’Islam, ma uno dei miei professori mi ha chiarito che questa posizione esisteva prima che nascessero negli Stati islamici istituzioni specializzate in discipline differenti. La moschea costituiva il luogo di raduno delle delegazioni, e spesso era anche la struttura ospitante, ed in questo modo avveniva sia la condivisione delle donazioni che la raccolta dei bottini di guerra … ecc.

• Riattivare efficacemente il ruolo della moschea potrebbe essere l’unico modo per combattere tutti i tipi del radicalismo islamico?
Il radicalismo è un superamento di una soglia moderata per abbracciare l’estremismo ed il fondamentalismo. Si tratta, in realtà, di una questione complessa, per il fatto che, la mancanza di una partecipazione attiva da parte di alcune istituzioni e comitati, ovvero la sospensione delle loro attività, conduce alla comprensione errata delle nozioni religiose, nazionaliste e razziali, e di tutto ciò che riguarda le forme identitarie, conseguentemente, in tanti cadono nell’eccesso o nella deficienza. La moschea costituisce sostanzialmente la fonte da cui deriva il discorso religioso. Finché questo discorso è scientifico e slegato dagli interessi personali (in altre parole, fino a quando gli enti politici, le fazioni e i partiti politici sono benintenzionati ed hanno scopi che servono la collettività), presenterà nozioni valide lontano dal radicalismo e dalle ideologie fondamentaliste. È necessario riaffermare che il radicalismo – che sorge nelle società umane all’’incirca – abbia per lo più ragioni esterne, le prime delle quali nel caso della religione islamica, ai tempi d’oggi, sono le blasfemie non giustificate rivolte all’Islam e alle sue sacralità, di tanto in tanto, in maniera immorale. Se entrambi la razionalizzazione della reazione dei musulmani e l’indirizzamento di quest’ultimi ad esiti concreti influiscono per davvero sulla questione in oggetto, occorrerà estremamente rivolgere critiche ad idiozie simili, che ‘bestemmiano’ una religione del genere ignorando la sua sublime verità.

• Emarginare il ruolo della moschea non sarebbe stato uno dei motivi principali che avessero provocato la regressione della civiltà islamica?
Attribuire la grossissima problematica in questione al ruolo emarginato della moschea non rispecchia il gran cambiamento avvenuto nel vissuto dei musulmani negli ultimi due secoli; come sappiamo, nel mondo islamico la vita ha per base la famiglia, la moschea, la scuola, gli scienziati, gli intellettuali ed il Governo, e i loro strumenti sono il buon esempio, i dettami pronunciati e quelli scritti, ed infine le leggi. Se questa problematica si attribuisce ad un unico elemento, non saremo equi, ed il mio giudizio non avrà la precisione richiesta in questo caso; perciò penso che siano il declino dei mezzi usati da queste istituzioni, la moschea inclusa, e l’impatto negativo dell’una sull’altra, a provocare la regressione della civiltà islamica.

• È necessario considerare la moschea come pietra miliare per istituire la pratica politica nei Paesi islamici?
Non lo credo in assoluto, ed è possibile che il mio giudizio sia molto più generico, in quanto penso che la moschea sia l’origine preliminare di tutte le istituzioni presenti all’interno della società islamica; con la presente affermazione intendo dire che ogni istituzione, fondata dopo la moschea, costituisce una delle proprie ‘branche’, ed è necessario che entrambe comunichino benissimo, e queste ‘branche’ la aiutino a svolgere le sue mansioni principali in maniera perfetta. Il motivo per cui si conferisce alla moschea la figura della paternità in rapporto a tutte le istituzioni ‘ branche’ nella sfera islamica è dovuto, in primis, ad un dato di fatto storico per cui la moschea è la primissima istituzione fondata dai fedeli musulmani dopo ‘l’egira’ (“Esodo del Profeta Maometto assieme ai primi devoti musulmani, dalla natia Mecca alla volta di Yathrib.”), e poi alla natura generica del discorso islamico, di cui si occupa la moschea, e che concerne il vissuto delle persone e delle ‘umma’ (nazioni) spirituali, sociali, economiche e politiche.

• Quali strategie propone alla moschea per renderla ‘più seducente’ difronte alle generazioni emergenti ed avere ‘ummah’ (una nazione) islamica equilibrata?
L’esperimento turco, che osservo di persona in maniera diretta nelle moschee di Istanbul, è ben apprezzato in questo senso; si basa sul supportare la presenza dei bambini in moschea in tutti i momenti della giornata, e sul trattare i loro pasticci in maniera paziente e saggia; finché il bambino frequenta abitualmente la moschea da piccolo, e non se ne allontana mai, sicuramente col passare del tempo, ne acquisirà una buona etica. Si sono inaugurate per lo più all’interno di alcuni luoghi di culto islamici delle aree di gioco dedicate ai bambini, e gli è stato permesso di giocare a calcio nei cortili annessi. Nella stagione estiva la moschea si converte in “una cella d’ape” per bambini, dedicata all’insegnamento dell’alfabeto arabo, del Corano e di alcune sentenze concernenti la dottrina islamica. Inoltre, si organizzano delle gare da cui si ottengono premi incoraggianti. E, di tanto in tanto, il Ministero che si occupa delle moschee inserisce progetti simili a favore di questa importantissima fascia di popolazione.

• La moschea potrebbe cambiare ruolo quando è ubicata in uno Stato occidentale?
Bisogna considerare, ovviamente, l’ambiente in cui si trova la moschea per capire meglio il tipo di mansione che deve svolgere, e nel mondo occidentale in modo particolare, credo che la moschea debba giocare un ruolo equilibrato e duplice tra il fedele musulmano e lo Sato; non importa se questo musulmano sia un cittadino autoctono, naturalizzato o soggiornante temporaneo. Tutti quanti sono pari nel corso della preghiera, e tutti quanti praticano il digiuno nello stesso mese … ecc. Il ruolo menzionato in precedenza diviene palese con la conservazione delle caratteristiche originarie della moschea da un lato, e con il rinforzamento del suo legame con il contesto sociale in cui è inserita dall’altro, e in questo modo, è possibile concretizzare dei progetti buoni, attivi e speciali; come ad esempio: l’accordo sul fornire insegnamenti religiosi agli studenti all’interno delle loro scuole, mettere per obiettivo insegnare l’Islam nei Paesi che hanno già fatto un passo simile finora, ed infine avviare una collaborazione con le chiese ed altre istituzioni per quanto riguarda alcune attività sociali viste come utili per i cittadini, ecc.

• La moschea potrebbe contribuire nel porre fine alle blasfemie rivolte all’Islam?
I discorsi che si tengono in moschea sono rivolti sostanzialmente ai fedeli musulmani; sono loro che assistono alle preghiere collettive, e la frequentano in altre occasioni religiose, dunque, è possibile che la moschea spinga il fedele musulmano a rendersi conto di dover trasmettere un’immagine corretta e positiva della propria fede a coloro con cui entra in contatto, e le prime modalità per raggiungere tale scopo sono la buona educazione, il dialogo costruttivo, la buona interazione, e successivamente la convoca degli altri a leggere libri che raccontano la religione islamica in maniera leale e fedele.
La moschea può impegnarsi nel far conoscere l’Islam attraverso l’organizzazione di mostre, la distribuzione di libri abbreviati ed approfonditi, e la partecipazione mediatica con la stessa intenzione di prima.

• Per quale motivo la moschea si assenta dallo scenario politico? E quali soluzioni propone per sciogliere tale situazione?
Purtroppo la partecipazione attiva è perduta presso tante istituzioni presenti nel mondo islamico, la moschea inclusa; anche se la maggior parte dei Paesi islamici possegga delle grosse risorse umane giovani, in grado di innescare ‘un rinascimento civile generale’, ‘la censura’ di qualunque cosa facente parte della vita sociale da parte della pratica politica impedisce la presenza di esperienze islamiche di successo ai tempi d’oggi in tal senso, in più, vi è una profondissima ‘rottura’ sociale di cui patiscono le società islamiche, che favorisce tra l’altro la diffusione di correnti intellettuali, razziali e culturali, che portano avanti la situazione attuale. Per uscirne, ci vogliono sforzi pazienti e continui da parte delle moschee e da tutte le altre istituzioni.

• Si può dichiarare che la moschea è ‘screditata’ nel mondo islamico?
Finché le istituzioni sociali sono attive -quelle di natura religiosa, come ad esempio la moschea e non-, le autorità che stanno al potere sono costanti nel perseguitarle, e forse, strumentalizzarle per raggiungere i loro scopi, e tutto ciò sembra normale; perché le persone oneste devono curare il fatto che le mansioni delle istituzioni sono a loro favore, e le persone corrotte sono di pari passo, ma servendo i loro atti corrotti, e se non ci arrivano, arrecano danno o chiudono l’istituzione in questione. In poche parole, le moschee sono attive ai tempi d’oggi, ma una parte del proprio lavoro servirebbe interessi politici e sociali esiziali.

• Secondo lei, ravvivare il ruolo e la mansione sociale della moschea potrebbe rendere ‘al-ummah’ (la nazione) islamica più unificata e consolidata?
Se le moschee non stanno in mani dottrinalmente ‘sviate’ (sviate: fuori dalla sostanza perpetua della dottrina islamica), ed è una questione rara, potranno servire – quasi ed ovunque sia- le stesse nozioni e direzioni con lo scopo di conseguire la contiguità tra i fedeli musulmani; perché la fraternità islamica consiste in religiosa, sociale ed umana; tutto ciò servirà per intero tutti gli altri livelli di contiguità. E credo che la maggior parte della popolazione islamica desideri questa contiguità tra i vari Stati islamici, però non ce n’è nessun intento da parte dei politici.

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