Cos’è la proposta marocchina di autonomia per il “SAHARA” le province meridionali del Marocco?

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Ahmed Berraou

 

 

L’autonomia nel Sahara marocchino è l’iniziativa proposta dal Marocco come soluzione per porre fine al conflitto artificiale del Sahara, che garantisce alla regione un’ampia autonomia preservando i simboli della sovranità come la bandiera, la politica estera, la moneta e altro.. Il re del Marocco l’ha considerata una seria iniziativa per porre fine al conflitto, poiché sarebbe passata attraverso negoziati con i separatisti e un referendum popolare per la popolazione del territorio nell’ambito delle Nazioni Unite.

Il Sahara marocchino è una regione situata nel Nord Africa, è una provincia meridionale del Marocco, confina con l’Algeria a est, la Mauritania a sud e l’Oceano Atlantico a ovest.
Si estende su un’area equivalente alla dimensione della Gran Bretagna ed è di circa 266.000 kilometri quadrati.

Il Sahara è stato un campo guerra tra il Marocco e i separatisti del Fronte Polisario per un decennio dal 1980 al 1991 l’anno quando le due parti hanno firmato un cessate il fuoco sotto la supervisione delle forze delle Nazioni Unite e della MINURSO, e l’avvio di negoziati senza esito.

Il Marocco ha proposto di concedere al Sahara marocchino l’autonomia sotto la sua sovranità e nel quadro della sua integrità territoriale, come unico modo per porre fine al conflitto che esiste dal 1975 con il Fronte Polisario, che chiede l’indipendenza e tiene il referendum sostenuto dall’Algeria.
Rabat ha presentato questa iniziativa per negoziare un sistema di autonomia per la regione del Sahara l’11 aprile 2007. Questa proposta è arrivata dal Regno in risposta agli appelli del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che da decenni sovrintende a questo conflitto durevole con l’obiettivo di raggiungere una soluzione finale.

La posizione marocchina è stata recentemente rafforzata dalla dichiarazione della Spagna, il cui primo ministro Pedro Sanchez ha visitato il Marocco e ha sostenuto la proposta di autonomia. Un passo che ha aperto le porte alla normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi, dopo una crisi diplomatica durata un anno. Madrid ha quindi ritenuto che il piano di autonomia sia la base più seria, realistica e credibile per dirimere la controversia nel Sahara, in quanto è stata la Spagna l’ex colonizzatore delle regioni settentrionali e meridionali del Marocco, dopo essere stata neutrale e talvolta fornendo sostegno e rifugio per i separatisti, e si unì ai paesi: Stati Uniti, Francia e Germania oltre che all’Unione Europea, che ha importanti accordi economici con il Marocco, ritenendo la proposta più realistica e seria, nel quadro delle Nazioni Unite e con il accordo delle due parti.

Il progetto proposto dal Marocco non è definitivo, ma viene presentato alla trattativa con il Fronte Polisario, la Mauritania e l’Algeria, mentre il fronte e l’Algeria respingono il progetto e sottolineano la richiesta di un referendum per l’auto-determinazione, stipulata nell’accordo di cessate il fuoco firmato tra le parti nel 1991 sotto la supervisione delle Nazioni Unite, senza trovare la sua via di attuazione a causa di l’impossibilità di censire la popolazione indigena.

Il Marocco controlla tutta la vasta e contesa regione desertica, ricca di fosfati e risorse ittiche nell’Oceano Atlantico. Storicamente lo considera parte integrante del suo territorio, e che la sua sovranità su di esso non sarà mai sul tavolo delle trattative se non nell’ambito della suddetta proposta.
Il progetto di autonomia prevede il trasferimento di parte delle competenze esecutive, legislative e giudiziarie dello stato alla regione autonoma del Sahara, in modo che i suoi residenti possano gestire autonomamente i propri affari in modo democratico, mentre Rabat conserva le sue competenze centrali nei campi della sovranità, in particolare difesa e relazioni estere.

L’organo di autogoverno, secondo il progetto, esercita i suoi poteri esecutivi attraverso un capo di un governo locale eletto dal parlamento regionale e nominato dal re. Mentre il parlamento regionale è composto da membri eletti dalle varie tribù del deserto, e altri eletti a suffragio universale diretto dall’intera popolazione della regione.

Il progetto indica che le leggi legislative e organizzative e le decisioni giudiziarie emesse dagli organi della regione autonoma del Sahara devono essere conformi al sistema di autogoverno della regione, nonché alla costituzione del Regno.
Le istituzioni dell’ente sono generalmente specializzate nella gestione del proprio bilancio e delle entrate locali e negli affari dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei servizi sociali.

In cambio, lo stato centrale mantiene i poteri sovrani, come la sicurezza, la difesa e le relazioni estere, nonché le basi della sovranità come la bandiera, l’inno nazionale e la moneta.

Il Regno del Marocco afferma che questo progetto è una reale opportunità che aiuterà ad avviare negoziati, con l’obiettivo di raggiungere una soluzione definitiva di tale controversia sulla base di procedure consensuali, coerenti con gli obiettivi e i principi sanciti dalla Carta del Regno Nazioni, a condizione che venga presentata la versione finale, che il Regno spera di produrre.Trattative, sulla popolazione interessata con un referendum libero, nel quadro di una consultazione democratica. Intanto il Regno emette una “amnistia generale”, dopo il disarmo dei combattenti del Fronte Polisario.

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