*di Francesco Cirillo
Qualche mese fa da una riunione fatta a Riace nella piazzetta del Borgo Solidale, nacque la necessità di essere presenti come realtà territoriali alle prossime elezioni regionali. Non si parlava di De Magistris , e si vedeva nel Movimento di Tansi l’unica strada per poter ottenere una propria visibilità con una lista propria denominata “Calabria resistente e solidale”, non avendo la possibilità di poterne creare una autonoma. Mimmo Lucano era il faro di questa aggregazione, ancora non era diventata una lista vera e propria, ma piano piano tanti compagni e compagne dei vari territori calabresi hanno cominciato ad avvicinarsi a questa idea, portando i propri bagagli di esperienze sociali e di lotta.
Nacque così un documento di intenti, firmato da centinaia di attivisti e attiviste, semplici cittadini. Ho seguito questa evoluzione da vicino e spesso in presenza a Riace, mio luogo dell’anima. Poi la svolta, con De Magistris che decide di candidarsi in Calabria e di qualche giorno fa la notizia dell’ennesima svolta con l’alleanza col movimento di Tansi e altri movimenti civici.
Chi mi conosce sa che non sono mai stato tenero coi politici e coi politicanti, sa anche che ho scandagliato l’intera Calabria a caccia di rifiuti tossici, navi dei veleni nei nostri mari, sversamenti tossici nei terreni, speculazioni cementizie sulle colline e sulle spiagge e che di conseguenza non vedo di buon occhio le elezioni se queste non hanno un’anima e un progetto ben definito e concreto e soprattutto, gambe sulle quali camminare e quindi persone che hanno un passato chiaro e cristallino. Alle regionali ho votato rare volte, l’ultima volta fu per Carlo Tansi che ho sempre ammirato per la sua coerenza e che conosco personalmente anche perché imparentato nella mia Diamante.
Ma altre volte non ho votato per una semplice ragione, perché mai era stata presente con proprie liste la Calabria pura e vera , quella fuori dalle camarille, dalle massonerie e dalla delinquenza organizzata o dalle cosche ‘ndranghetiste, quella legata agli speculatori di ogni risma e soprattutto a quell’ammasso di congregazioni occulte o meno, esistenti nei partiti di centro destra e di centrosinistra, coperte e legate a quella magistratura che si muove solo per colpire movimenti, persone autonome e libere, persone non legate a nessuna loggia o partito che conti.
Negli anni passati l’elevato astensionismo nelle votazioni ha avuto proprio questo valore oramai palese a molti, una chiara presa di distanza, netta e precisa da quel coagulo di partiti che a turno , una volta a destra ed una volta a sinistra si alternavano alla guida della regione. Per fare cosa ? Erano uniti solo per spartirsi quote di finanziamenti europei, farsi leggi ad personam come l’ultima sui vitalizi, appaltare e sub appaltare a piacimento alle solite ditte compiacenti, aiutare la sanità privata a scapito di quella pubblica costringendo migliaia di calabresi a rivolgersi ad ospedali fuori regione pur avendo eccellenze di medici nel proprio ambito territoriale, ritenere l’ambiente come carne da macello a consumo di speculazioni di ogni tipo.
Una pappatoia generalizzata che ha ridotto la nostra Calabria all’ultima regione d’Italia su tutto. Ambiente, sanità, cultura, centri storici, lavoro, studio, tutto è finito nel completo abbandono o improvvisato. L’ho sempre scritto e sostenuto, in Calabria non funziona niente, dai trasporti, alle strade, alle scuole, agli ospedali, alla gestione delle acque pubbliche, alla gestione dei nostri parchi marini e terrestri, alla depurazione che produce mare sporco. I calabresi hanno atteso pazientemente l’evolversi della situazione, hanno subito in silenzio le vessazioni delle quali sono vittime , hanno anche lottato dove potuto, hanno sofferto in silenzio nel vedere partire i propri giovani alla ricerca di un futuro migliore fuori dalla propria terra .
Ora, vedo che c’è una luce in fondo al tunnel, vedo che c’è la possibilità di poter cominciare a sognare, a fare progetti, a intravedere un futuro migliore, ora c’è la possibilità di mettere in moto un processo di cambiamento che per la Calabria , vuole dire mettere in moto una rivoluzione. Non bisogna puntare solo a De Magistris, Tansi e Lucano, ma puntare su tutti noi, su quelli che ci metteranno la faccia nelle liste, a proprio rischio, e su quelli che non vedono l’ora di poterli votare puntando sul reale cambiamento. Perché cambiare lo stato di cose presenti nella nostra regione, mai come oggi vuole dire fare una rivoluzione vera e propria. Sbattere fuori dalla regione il malaffare, l’abuso di potere, la concussione, il ladrocinio pubblico , lo sperpero di fondi pubblici, le infiltrazioni ‘ndranghetiste, vuol dire mettere in moto una rivoluzione vera e propria . Di questo c’è bisogno in Calabria di una rivoluzione culturale, che smuova i cervelli che abbiamo, soprattutto quelli dei giovani che vogliono restare qui. La presa di posizione di tanti uomini e donne oggi, e di Mimmo Lucano in particolare, a favore di questa rivoluzione è un’indicazione forte. Nel nome di Mimmo è racchiuso tutto quanto ho scritto prima.
Una persona colpita da un’indagine giudiziaria costruita appositamente per distruggere un modello, c’è l’idea progettuale realizzata nel dare accoglienza e lavoro , c’è l’idea forte della solidarietà e della difesa del proprio territorio. E’ lui, il programma, è lui la garanzia che si andrà nella giusta direzione, e de Magistris e Tansi possono diventare il braccio operativo di tutta questa speranza, portando loro, le proprie grandi esperienze e soprattutto l’onestà civile e morale delle quali sono parte vivente e attiva.
Io penso che questo sia un treno che la Calabria e noi tutti non possiamo perdere e sul quale, anche con le contraddizioni tipiche esistenti nei movimenti per il cambiamento, bisogna assolutamente salire, nella certezza che camminando insieme , discutendo insieme , affrontando insieme le difficoltà che questa terra offre, avremo la possibilità di creare questa grande rivoluzione culturale che finalmente potrà dare dignità ai calabresi.
*Scrittore e Militante Ambientalista