Il Marocco registra le migliori prestazioni in termine di integrazione macroeconomica, ed è molto più avanti del secondo classificato, Mauritius.

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È quanto emerge dalla seconda edizione del rapporto congiunto pubblicato la scorsa settimana dalla Commissione dell’Unione Africana, la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa (ECA) e la Banca africana di sviluppo, in riferimento all’indice di integrazione regionale africana (ARII). Un indice che tiene conto di cinque dimensioni, ossia l’integrazione commerciale, l’integrazione produttiva, l’integrazione macroeconomica, l’integrazione delle infrastrutture e la libera circolazione delle persone.

Integrazione macroeconomica

La convergenza e la stabilizzazione delle politiche macroeconomiche all’interno di una regione creano un clima finanziario sano che attira investimenti transfrontalieri. Per l’anno 2019, il Marocco registra le migliori prestazioni in termine di integrazione macroeconomica, balzando in testa alla classifica. Per misurare l’integrazione macroeconomica, Africa Regional Integration Index (ARII) utilizza tre indicatori: differenziale di inflazione a livello regionale, la convertibilità regionale della valuta e il numero di trattati bilaterali di investimento in vigore. Sotto questo profilo il Marocco si conferma “il paese africano più integrato nel campo macroeconomico”, specifica il rapporto, con un punteggio di 0.809.

“Le migliori performance sono generalmente ottenuti dai paesi le cui valute sono facilmente convertibili in altre valute, come nel caso del franco ruandese e del dirham marocchino”, spiega il rapporto, e detiene il record per i trattati di investimento bilaterali in vigore, un altro fattore che ne rafforza la posizione.

Il punteggio medio del continente sull’integrazione macroeconomica è moderato. L’eterogeneità tra i paesi è grande, con un divario di quasi 0,8 (su 1,0) tra i paesi più e meno integrati.

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